Settima puntata di “Liberi Tutti”
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Compromettiamoci: come si può mediare sul ddl Zan.
Bisogna mettere in fila questi giorni in Parlamento per raccontare bene cosa sta succedendo intorno al disegno di legge 2005, noto come ddl Zan.
Prendiamo ogni singolo frammento e poggiamolo sul tavolo. Osserviamo tutto nell’insieme. Perché da qualunque parte lo si guardi, da qualunque fotogramma si decida di partire l’insieme è cupo, grottesco, ridicolo, misero, a tratti tragico: per la comunità Lgbt tragico.
Il ddl Zan non passerà. Credo. Questa convinzione mi accompagna ormai da tempo. Da settimane, da mesi, mi batto con la rabbia di chi riconosce l'inutilità del proprio battersi e spara soltanto per morire bene. Se qualcuno mi sussurra "ti sbagli", scuoto tristemente la testa. Se qualcuno mi incoraggia "devi sperare", sorrido con amarezza. La classe dirigente riflette un popolo di baciapile, un popolo da Controriforma e questa legge non la vuole.
Partiamo dai fatti:
Il voltafaccia di Italia Viva ha gettato in burrone il ddl Zan. Il testo resta appeso ai numeri e i numeri non sbagliano. Cosa accade se Italia Viva si ritira e non vota il ddl? Il ddl non passa. Cosa accade se votano il ddl alcuni pezzi di Forza Italia e altri del misto? Servono almeno 17 voti sicuri presi da queste due aree. Non ci sono. E poi le defezioni (al voto segreto) dentro il PD e M5s. Se ne contano poche per chi le sa contare. Ma ci saranno. Quel numero (17) è fondamentale per la sopravvivenza di questa legge. Questa è una guerra composta di colla: ovunque tu posi un piede, una mano, rimani appiccicato.
Serve Italia Viva per uscirne fuori. Matteo Renzi lo sa, per questo fa il buono e il cattivo tempo.
Ripeto, non credo che la legge che passi. E non vorrei mai passasse mediata. Il primo firmatario, Alessandro Zan stesso, ha dichiarato: “Meglio nessuna legge che una legge discriminatoria”.
Matteo Renzi, leader di Italia Viva intervenendo a Rainews24 ha detto: “Un compromesso sul testo per me è possibile e non capisco perché il Pd si é messo di traverso se questo accordo è alla portata di mano. Non capisco perche' il Pd vuole affossare la legge Zan" e ha aggiunto “i voti al Senato non ci sono”. Dimentica sempre di dire che i voti che mancano sono i suoi.
Se oggi sul ddl Zan non c'è accordo e perché nessuno si fida di nessuno. Al Senato si vedono chiaramente movimenti incessanti che disegnano arabeschi nell'emiciclo del palazzo, ciascuno insegue il suo filo nella stessa trama. Ed è una trama che non prevede le persone Lgbt ma solo i propri interessi.
Andiamo allora direttamente al senso delle cose. Parliamo di mediazioni. Anzi della mediazione possibile:
Non ci sarebbe nulla di male nel mediare sul ddl Zan, sapete? Il punto è su cosa? Con chi? Per andare dove?
Le modifiche richieste sono agli articoli:
1 sulle definizioni, volute da Italia Viva alla Camera (prima firmataria Lucia Annibali)
4 sul pluralismo delle idee, accordo cercato con Forza Italia
7 giornata mondiale contro l'omotransfobia
(non si capisce cosa voglia modificare di questo articolo dato che è già celebrata dalle istituzioni e dovrebbe saperlo da ex Presidente del Consiglio ed è prevista secondo l'autonomia scolastica).
Si potrebbe mediare sull’articolo 1 e 4. Sì, lo scrivo senza problemi. Perfetto, mediamo, stralciamo e torniamo all’origine.
L’articolo sulle definizioni è facilmente sacrificabile se agli articoli 2 e 3 resta ancorata la definizione identità di genere. L’identità di genere non è concetto nuovo o sconosciuto al diritto. Esso è già presente nella legislazione italiana, ma anche nel diritto europeo e nella giurisprudenza delle più alte Corti. Per approfondimenti leggete questo articolo esaustivo di Angelo Schillaci. Proprio il professore Angelo Schillaci, insieme allo psicologo Giovanni Giovanardi e alla professoressa di diritto penale Luciana Goisis quasi un mese fa abbiamo cercato di spiegare il perché di queste tre parole
Identità di genere è un termine imprescindibile per questa legge. Non si può sostituire con transfobia, come vorrebbe l’onorevole Scalfarotto e tutta Italia Viva. I termini “omofobia” e “transfobia” sono usati nel linguaggio politico diverso da quello giuridico. Vanno bene per la denominazione della Giornata, per esempio, ma non per la denominazione di un movente di reato, che richiede parametri più precisi. “Omofobia” e “Transfobia” inoltre sono termini che non assicurerebbero protezione a tutte le soggettività che il ddl Zan si propone di tutelare. Ad esempio crimini sulle persone bisessuali, non binarie o gender non conforming, non riconducibili alla condizione trans* e, dunque, alla transfobia.
Mediare sull’articolo 4.
Voluto prima, contestato dopo. L’articolo 4 sul pluralismo delle idee è stato fortemente voluto di Italia Viva e Forza Italia. Mi ha sempre lasciato perplesso. Diciamo che non l’ho mai capito. Certo che le idee sono tutelate, esiste l’articolo 21 della Costituzione. Questo articolo è nato come una di quelle piante che sbucano nel giardino, le guardi confuso e ti chiedi: che roba è? Un ravanello? Un'ortica? L’articolo 4 nasce con la stessa curiosità e perplessità, senza poter decidere se è un ravanello o un'ortica. Ad esempio: la scelta di crearlo con un deputato come Enrico Costa (che il giorno dopo è migrato in Azione di Carlo Calenda) è stata una scelta davvero da orticaria per me. Gli accordi non si fanno con il ragazzo di bottega ma con il proprietario. Sembrava una trappola, fare l’accordo e poi disconoscerlo come accordo di partito. Gli errori politici se ne fanno. Il Pd conta questo come grande errore per questa legge.
Adesso però, chi parla di “minaccia alla libertà di espressione” (Forza Italia, Lega, IV) vorrebbe abolirlo. Per metterci dentro cosa? Per fare cosa? Non si sa. La posta in gioco non si conosce.
Mediare sull’articolo 7
No, impossibile. Non si torna indietro. Per il contrasto all’omotransfobia la cultura è l’unico deterrente possibile, come racconta Vittorio Lingiardi in “Caccia All’Omo”:
il fattore protettivo più importante per gli adolescenti è il supporto dei pari, delle scuole e delle famiglie; per questo motivo sono fondamentali i progetti di sensibilizzazione negli istituti scolastici e, soprattutto nel caso dei bambini con varianza di genere, il lavoro di sostegno psicologico per genitori e altri familiari, che spesso hanno poche informazioni su questi temi. Nel nostro ambito, un campo importantissimo è infatti quello della formazione e dell’insegnamento. Molte azioni positive, infine, possiamo compierle nella vita di tutti i giorni. Prima di tutto con il nostro esempio (in famiglia, al lavoro, tra amici), poi non rinunciando mai a intervenire di fronte alle ingiustizie e alle discriminazioni.
A chi lamenta “lasciamo stare i bambini”, ripetete che l’articolo 7 (che potete trovare qui insieme a tutto il testo) ribadisce che il principio che governa la materia delle iniziative nelle scuole in occasione del 17 maggio é l’autonomia scolastica: un principio stabile nel nostro ordinamento, che rimette alla comunità scolastica la scelta sulle attività integrative della formazione, a partire dal dialogo e dal confronto tra le diverse componenti. Un principio che si applica a tutte le scuole, anche a quelle private confessionali.
La mediazione dunque non è possibile. Non possono essere questi i punti in discussione. Sono una trappola. Il cuore e lo scopo di questa richiesta di modifiche non è tanto fare un ddl che non scontenti nessuno (tranne la comunità lgbt, ma quando mai l’hanno ascoltata?) quanto legare al palo questa legge. Detto molto semplicemente: se si modifica il testo (togliendo gli articoli 1 e 4, lasciando l’identità di genere e non toccando l’articolo 7 unica-mediazione-accettabile) il ddl torna alla Camera. Siamo già a settembre per le mediazioni. Voto possibile sul testo (al Senato) ottobre. Forse. Ma c’è la sessione di bilancio, la legge più importante del governo. Poi scatterà il semestre bianco. Accordi e disaccordi sul presidente della Repubblica. Un buco nero che inghiottirà il ddl Zan. Si perderà tra il rimbalzo alla Camera, l’eventuale discussione e i franchi tiratori.
Insomma questa mediazione è una truffa per allocchi. In questo senso dico subito: attenzione che la richiesta di mediazioni non sia lo specchio per le allodole, il motivo tale per cui non basti dopo gettare l'osso al cane per placarlo, ecco vedete, andiamo avanti con la legge, peccato che non ci sia possibilità di manovra.
Come topi dalla nave
In queste ore lo sguardo andrebbe rivolto al centro-destra. Soprattutto Forza Italia. chi dice cosa. Chi va e chi resta.
Il senatore Lucio Malan, tra i più contrari dentro Forza Italia al ddl Zan, vice presidente vicario del gruppo berlusconiano al Senato, passa a Fratelli d'Italia. Un bel colpo. Grecista, istruttore di nuoto, insegnante, cambista valutario e cantante di musica celtica. Valedese. Forzista di lungo corso ha all’attivo sei legislature. Entrato in Parlamento come leghista nel 1994, ma subito folgorato sulla via di Arcore. Dopo una storia così lunga abbandona Berlusconi per raggiungere il partito di Giorgia Meloni: "Per essere coerenti" ha detto in conferenza stampa. "Anche a livello internazionale, le scelte di Fdi mi rappresentano".
Forse qualcosa si è forse rotto dentro Forza Italia. Forse la linea sul ddl Zan è più aperturista di quello che vogliono far credere. E allora bisogna provare a votarlo così com’è. Certo questo è anche un altro episodio della lunga saga “Dopo Silvio”, lo spettacolo consueto e sempre penoso dei topi che lasciano la nave è cominciato da tempo. Ma tra le stanze del Parlamento gira voce che anche per il partito di Berlusconi ormai le idee di Malan puzzano ormai di stantio.
Appuntamenti
Premesso che lo slittamento del voto del ddl Zan a settembre non è una notizia. Ci sono alcune cose da sottolineare sulle prossime tappe.
Domani riprenderà la discussione generale. Non andremo lontano da qui con il tono. Attesi gli interventi del leghista Andrea Ostellari, del capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo e del leader Matteo Salvini. Domani inoltre partirà la giostra di emendamenti e subemendamenti. Un assaggio lo abbiamo avuto lo scorso anno. Alle 12 scadono i termini. La Lega e il centrodestra presenteranno delle richieste di modifiche ("i nostri uffici stanno lavorando" dice oggi Ostellari su La Stampa). Sarà interessante capire cosa presenterà Italia viva. La presidente Casellati dovrà poi scegliere quelli ammissibili e quelli che non lo sono. Dopodiché il testo andrà in vacanza, slittamento a settembre per l’ingolfamento di provvedimenti legati al Pnrr. Il Movimento Lgbt ha già detto chiaramente “Nessuna mediazione”.
Grazie per aver letto fin qui.
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