Terza puntata e mezzo di “Liberi Tutti”
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Dietro le apparenze
Rieccoci alla terza puntata e mezzo di “Liberi Tutti”. Dopo una lunga pausa. Mi spiace. Professionalmente sono tempi strani. Strani i giorni in cui - come sempre - per riprendere fiato, bisogna spegnere tutto, allontanarsi. Anche la vita personale mi costringe ad andare a cercare luce e spazio tra le crepe dei muri.
Questa newsletter si concentrerà solo su una questione, un personaggio, una biografia. La traiettoria di vita di chi ricopre ruoli politici è sempre la cosa più importante.
La prossima newsletter riprenderà il ritmo delle precedenti. Considerate questa come una bussola per orientarsi e una lente per vedere meglio.
Grazie a tutt*
Ho osservato con fatica la formazione del nuovo governo. Il posizionamento. L’arrivo di vecchie paure e la formazione di nuove. Molti di voi mi hanno chiesto di tracciare un profilo sui ministre e ministri. Lo farò. Oggi però vorrei concentrarmi su un nome dibattuto. Discusso e spesso difeso da giuristi e colleghi.
Marta Cartabia, la professoressa vicina a Cl che Napolitano nominò alla Consulta: chi è la ministra della giustizia del governo Draghi. Sgomberiamo prima il campo da qualsiasi dubbio sulle competenze: Cartabia è una giurista valida. L’effetto che fa messa a confronto con l’ex Guardiasigilli Bonafede è lo stesso effetto del negativo di una pellicola. Abbiamo da una parte la professionalità, dall’altra l’improvvisazione.
Il sistema dell’amministrazione della giustizia resta debole al di là della partita carceri su cui ha una sensibilità notevole. Il problema di Cartabia emerge sulla questione dei diritti civili. Marta Cartabia è una conservatrice, nei rapporti tra Stato e identità religiose (leggi Vaticano) la laicità scompare e fa spazio alla cosìddetta “reasonable accomodation”, cioè un accomodamento pratico continuo tra le esigenze della religione (leggi della Chiesa Cattolica) e della laicità pubblica.
L’unica speranza e avere dei sottosegretari molto più addentro a vicende concrete della Giustizia e soprattutto che siano due laici. Il rischio, come dichiara un dirigente del Partito Democratico è “che i pareri sulla Legge Zan prodotti da un ministero a immagine e somiglianza di Cartabia diventino un Vietnam”.
Le posizioni di Cartabia sulle questioni matrimonio egualitario, eutnasia e aborto restano note. La neo-ministra le mette sotto l’etichetta “falsi diritti”.
Curiosità: la firma di Marta Cartabia compare anche nella Sentenza 170/2014 quella che ritiene costituzionalizzata dall'art. 29 l'eterosessualità del matrimonio. Una delle peggiori pagine sul diritto di famiglia.
Ma non solo. Stefania Maurizi, giornalista investigativa che ha lavorato anni su Wikileaks e ai files Snowden, spiega bene chi c’è dietro il personaggio di Marta Cartabia, documenti alla mano: “Credo che sia rilevante leggere questo cablo della diplomazia americana rivelato da WikiLeaks su Cartabia. È l'unico su Cartabia presente nel database di 251.287 cablo (inglese): https://wikileaks.org/plusd/cables/08VATICAN65_a.html.
Nel 2008, Cartabia partecipò con l'allora ambasciatrice americana al Vaticano, Glendon, al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, e l'ambasciatrice riferisce a Washington (inglese): https://wikileaks.org/plusd/cables/08VATICAN65_a.html. Ovviamente” specifica Maurizi “NON c'è nulla di male partecipare al Meeting di Comunione e Liberazione con l'ambasciatrice americana al Vaticano. Ma leggete come l’ideologia di Cartabia si allinea perfettamente agli oltranzisti di Bush contro aborto, matrimonio egualitario e eutanasia: https://wikileaks.org/plusd/cables/08VATICAN65_a.html Nel cablo del 2008, l'ambasciatrice americana al Vaticano, Glendon,sottolinea il "rischio" che aborto, matrimonio egualitario ed eutanasia siano accettati dall'Unione Europa come diritti umani. Cartabia condivide la linea ambasciatrice di Bush: https://wikileaks.org/plusd/cables/08VATICAN65_a.html”
Non è un segreto. Certo, le posizioni di Cartabia su aborto, matrimoni egualitario, eutanasia sono pubbliche, non serve WikiLeaks a dircelo. Ma altri oltranzisti cattolici nei cablo della diplomazia USA non ci sono, Cartabia sì. Quello che si vede spesso è quello che conta.
I cablo della diplomazia USA ci rivelano informazioni fattuali importanti: negli anni '70, la diplomazia USA puntò su don Giussani e Formigoni in funzione anti-PCI. Lo rivelò proprio Stefania Maurizi su l'Espresso, grazie a WikiLeaks.
Tam Tam 🌍
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“Caccia all’Omo”, quella “disumanizzazione” degli LGBT+ che frantuma l’Italia
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