Seconda puntata di “Liberi Tutti”
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Prove di Rinascimento
«Ci sono le condizioni affinché l’Arabia possa diventare il luogo per un nuovo Rinascimento»
Matteo Renzi al principe Mohammed bin Salman
Essere omosessuali in Arabia Saudita è un segreto condiviso. “Si fa ma non si dice” come vorrebbe una certa morale anche in Italia. Le leggi del regno criminalizzano “la sodomia” e altre relazioni tra persone dello stesso sesso: prigioni, torture, morte. Eppure l’Arabia Saudita vanta di una comunità Lgbt segreta, eppure così forte. Guardarla non è facile. Li raggiungo grazie a un gruppo di attivisti internazionale che arrivano a loro grazie ai social che celano identità e vite. È una lugubre catena di Sant’Antonio. Tutti hanno paura. Hanno paura anche se portano la maschera dell’anonimato. Hanno paura di tutto. La comunità transgender è il bersaglio preferito per i “padroni” di questo nuovo Rinascimento. I corpi che sfuggono ai confini imposti sono il materiale più comodo per le loro vendette.
Il primo marzo del 2017, due pakistani transgender - Amna e Meeno - sono stati torturati a morte in Arabia Saudita dopo essere stati imballati in sacchi e poi picchiati con dei bastoni. Erano tra le 35 persone arrestate quando gli agenti di polizia hanno fatto irruzione in una sala in affitto. Human Rights Watch (HRW) ha riferito che la famiglia di Meeno è rimasta scioccata quando hanno visto i segni di tortura sul suo corpo. Fuori dai confini italiani scateno diverse riflessioni. Dal 2016 le autorità saudite hanno vietato alle agenzie Pakistan di concedere il visto alle persone transgender che pianificano pellegrinaggi. Oggi in un altro continente parleremo di “ban”, per l’esattezza “transgender ban”.
Eppure, le storie delle persone gay e lesbiche sembrano storie di una resistenza che annega nella rassegnazione. La società vegeta nel wahhabismo (il ramo radicale del sunnismo che vige in Arabia Saudita) che tra le tante cose si traduce in una forte rigidità soprattutto in campo sociale. Soprattutto la separazione e distanza tra maschi e femmine, questo consente a gay e lesbiche d socializzare e incontrarsi. Ma il prezzo di venire scoperti è totale: nel 2002, tre uomini sono stati decapitati per "aver commesso atti omosessuali". Decine di uomini sono stati anche arrestati per aver partecipato a matrimoni segreti tra due uomini nel 2005 e nel 2006. Più di recente nel gennaio 2018, diversi ragazzi sono stati arrestati per aver partecipato a un matrimonio tra ragazzi in un resort. Mohammad bin Salman- che in Occidente e più recentemente in Italia è stato battezzato come un riformatore ha lasciato commentare così la vicenda a un suo funzionario: “i sauditi devono obbedire alla morale e ai valori virtuosi" del Paese.
L’Arabia Saudita fa crescere una generazione di omosessuali che conosce solo la negazione. C’è la storia di un ragazzo che arrivato in America si accetta e trova il coraggio di fare coming out: “Mio padre ha minacciato di uccidersi. Ho ritrattato ogni cosa. Ho capito che non mi accetteranno mai”. C’è Yasser che ha interiorizzato l’immoralità della sua natura: "La mia religione dice che è proibito, praticare questo tipo di attività può portarti all'inferno. Ma Dio ti perdona se, dall'interno, sei molto puro. Se ti senti in colpa mentre lo fai, forse Dio ti perdona”. E le lesbiche? L’online è un’ottima scialuppa per scoprirsi: AJ, che è il soprannome di una donna saudita che ha chiesto asilo in America, racconta di aver iniziato a esplorare la sua sessualità grazie a internet: "Tutto molto difficile ma alla fine riesci a parlare con qualcuno come te. Parlare e basta. Non conosci il nome di nessuno. Non hai il loro numero, non parli con loro al telefono. Rimane tutto in rete”.
La maggior parte dei membri della comunità Lgbt+ in Arabia Saudita tuttavia non è stata così fortunati. Roshan, un ragazzo di 15 anni, è stato cacciato da casa sua a marzo dopo aver detto a suo padre che era gay. In un post su Reddit, Roshan nel marzo del 2017 scrive la sua storia: buttato fuori casa dalla sua famiglia che minaccia di ucciderlo se solo fosse tornato: "Il mio paese non ha risorse per le persone LGBTQ. Sono ancora al liceo quindi non mi è permesso lavorare da nessuna parte”. Roshan sceglie il suicidio dopo otto giorni dopo. A informare la piattaforma Reddit che nel frattempo aveva iniziato un’operazione di sostegno nei suoi confronti è lo zio, dopo aver recuperato il telefono del nipote.
*Sul termine Sodomia
Sodomia è una parola che leggo spesso ultimamente. Preti gay e sodomia, binomio indissolubile. Eppure, sodomia e omosessualità sono state da sempre cose nettamente separate. La corretta definizione di sodomia è semplicemente sesso non procreativo, sia che venga praticato da etero o omosessuali. Include il sesso orale, la masturbazione reciproca, il sesso con contraccettivi, il coito interrotto e il sesso anale- qualunque tipo di sesso nel quale lo sperma non riesca a raggiungere un utero. Per una semplice questione empirica siamo tutti sodomiti, tuttavia gli omosessuali portano il fardello dello stigma legale e sociale, curioso no?
Quantificare i “matrimoni gay”, verificare se ci siano stati sostegni finanziari e indagare sulla stabilità delle unioni civili. Questa la richiesta fatta dal capogruppo della Lega, Massimo Ciacchini, succede a Collesalvetti in provincia di Livorno. Dopo le polemiche, ha ritirato l'interpellanza.
Dal momento che a livello nazionale la legge contro l'Omofobia "pare destinata a impantanarsi e a non trovare la tanto attesa approvazione" le associazioni Arcigay Valle d'Aosta e Dora-Donne in Vda chiedono "ai consiglieri e alle consigliere del Consiglio regionale della Valle d'Aosta di iniziare a lavorare, al piu' presto, per l'approvazione di una legge regionale, sull'esempio di Emilia-Romagna, Toscana e altre".
Tam Tam 🌍
Colpo di Stato in Myanmar, arrestata dai militari Aung San Suu Kyi. La polizia che accerchia il Parlamento in un Paese pieno di armi e con profonde divisioni su linee etniche e religiose. Un nuovo incubo.
Fine settimana di scontri in Francia tra gli attivisti per i diritti civili e l’associazione Manif pour tous, sull’apertura della procreazione assistita a tutte le donne.
Aborto, nelle Marche la pillola RU 486 non verrà somministrata nei consultori.
Quattro studenti arrestati in Turchia, due dei quali ai domiciliari, accusati di "istigazione all'odio" per aver esposto un'immagine con il simbolo arcobaleno della comunità lgbt+ accanto all'immagine della Kaaba alla Mecca, il sito più sacro dell'islam.
La foto della settimana arriva da Tunisi: una ragazza usa la visiera di in poliziotto come specchio per mettersi il rossetto. Accade durante una manifestazione che si è svolta ieri contro le violenze dei poliziotti e per chiedere la scarcerazione dei manifestanti in prigione.
Suoni 🎼
“Quando ho iniziato il percorso ascoltavo a ripetizione “Not Okay”. Mi ha aiutato e continua a farlo. La sua scomparsa mi fa male al cuore”.
Sì, le canzoni hanno il potere di cambiare la vita, anche con leggerezza. Hanno il potere sovversivo di nutrire e rafforzare l'identità. Come hanno fatto e faranno le canzoni di Sophie Xeon. Nata in Scozia, viveva in Grecia. Si era arrampicata per guardare la luna piena ed è caduta. La sua morte ha colpito un’intera generazione. La sua voce e le sue canzoni sono intrecciate alle vite di moltissime persone Lgbt soprattutto quelle più giovani.
La sola conclusione sensata che se ne può trarre, a giudicare dallo strabordante impatto mediatico di un’artista con ancora non troppo conosciuta, è che l'arte della parola, a dispetto di ogni crisi, di ogni slittamento del senso comune dispone di una potenza infinita. Chi ci parla – se è capace di parlarci bene – diventa una parte di noi. Quando vince un premio importante siamo contenti per lei e per noi, ci sentiamo partecipi del successo perché le sue parole le conosciamo bene: sono anche le nostre, non poche mandate a memoria da anni. Quando muore, ci dispiace per lei e per noi, perché ci sentiamo più soli. The Guardian ha raccolto qui una lista di canzoni necessarie per entrare nel mondo di Sophie. Canzoni di una fragilità individuale ma di una forza collettiva.
Le stanze
Ciao! Ho bisogno di farti una domanda perché ormai ho perso ogni tipo di sicurezze in merito. Come si fa a credere nella politica? Son sempre più convinto che destra, sinistra, su e giù, qualsiasi partito sia fondamentalmente pieno di schifo. Non credo minimamente nella politica, come fare per credere e dare fiducia a questa gentaglia che si fa chiamare “onorevole”?
Potrei lasciare questo messaggio così. Senza risposta. Non spetta a me dare risposte alla rabbia e alla disillusione verso “un certo modo” di fare politica. La rabbia esisteva anche prima. Ha dato vita a movimenti e sovranismi. Sono sicuro che adesso sia cresciuta dentro di noi a causa la pandemia, la crisi economica e sociale.
C’è però un problema di analisi, visione. Quando si dice “sono tutti uguali” facciamo un favore ai cattivi ai disonesti e agli stupidi, è come se non li avessimo riconosciuti. Questa è una frase che ingoia nel suo gorgo di risentimento ogni cifra, ogni analisi, ogni dato della realtà. Mi sembra il successo più evidente del nuovo populismo. C’è qualcuno anche tra gli “onorevoli” che non è uguale a nessun altro. Il problema forse è capire perché queste persone straordinarie non riescono a ricoprire ruoli apicali per indicare rotte reali. Prendo ad esempio quello che dovrebbe essere il più grande partito del centro-sinistra, il Partito Democratico. Per anni le persone “capaci” sono state messe fuori dal Pd. Fuori quelli che avevano qualcosa da dire, un po' di competenza da portare e anche un po' di passione. Hanno detto che erano "anime belle" quelli che volevano fare qualcosa perché ci credevano. Serviva il cinismo e bisognava essere "anime brutte" per fare la politica. Il risultato è quello che abbiamo sotto i nostri occhi. Il Pd per anni ha scambiato chi indicava "un problema" con "il problema". Tutti coloro che dicevano: "guardate c'è qualcosa che non va", venivano messi alla porta o indicati come nemici. Conosco moltissime persone che hanno cercato di avvicinarsi al Partito Democratico, capaci e di talento, per questo ignorati. Perché il partito non aveva bisogno di loro, aveva bisogno di persone uguali a loro, di giovani vecchi, di signorsì. Sembravamo a un punto di svolta con la nuova segreteria. Ma il nuovo segretario è un uomo da tempi di pace. Qui siamo entrati in tempi di guerra.
Adesso non conosco gli scenari che si apriranno nelle prossime settimane, nessuno li conosce. Ma credo che un modo per cambiare questo modo di fare politica è fare politica. Entrare dentro o almeno sostenere chi lo fa. Che nei partiti di centro-sinistra ci siano delle responsabilità e una capacità incredibile di autodistruzione e di trasformare tutte le cause vinte in cause perse non c’è dubbio. Però, credo, questi partiti di centro-sinistra abbiano la capacità di rifondarsi, riempirsi nuovamente di senso, riunirsi. Seguo da molti anni la politica e non sono ancora convinto, invece, che nel centro-destra sia presente un partito del genere, anzi ci sia propriamente un partito. Infine, come te, come milioni di italiani, non ho più voglia di rese dei conti interne, di guerriglie di corrente. Quello che serve è sperare tutti insieme in un futuro prossimo che ci liberi di questo incubo, che dia speranza al Paese. Lo possiamo fare facendoci sentire però. Per ogni critica che facciamo proviamo a proporre cinque soluzioni. “Ho una mozione” si diceva un tempo, dopo aver alzato la mano. Sarebbe un bel modo per ripartire.
Il mondo fuori
Il 30 gennaio è stato eletto il nuovo Direttivo che guiderà il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. La carica di Presidente è stata affidata a Claudio Mazzella, ex vicepresidente del Direttivo uscente con una lunga esperienza maturata all’interno del Circolo. Il resto della squadra sarà formato da Ilaria Di Marco con il ruolo di vicepresidente, Emiliano Metalli con il ruolo di tesoriere e i due consiglieri Sajjad Lohi e Mikael Ekmund Sustersic. “È un giorno molto importante per la nostra associazione perché portiamo avanti una storia che viene da molto lontano. Una storia che nasce ufficialmente nel 1983, ma che viene da lotte e battaglie precedenti tale data e che noi dobbiamo proseguire con la stessa determinazione e lo stesso coraggio di allora”. Con queste parole il direttivo ha commentato così l’inizio del nuovo percorso del Circolo.
Parole sott’odio
“Se uno c’ha ancora le palle e il pisello, è un uomo con la parrucca”.
Sono le parole che Giuseppe Cruciani pronunciate ai microfoni de “La Zanzara”, trasmissione nota più per gli insulti che per altro. L’attacco è diretto alla sottosegretaria americana alla Salute Rachel Woods ma anche a Gay.it.
Quando scoppia un tombino, anche il passante più distratto scopre che sotto la strada scorre una fogna. E puzza. Ma una volta rimesso a posto il tombino perché pensare a cosa c’è sotto? Molti in questi giorni attaccano il programma radiofonico. In realtà queste parole oscene volgari che spesso trovano libero sfogo sono un sentimento diffuso. Certo è preferibile che un esibizionista si eserciti in camera sua di fronte allo specchio anziché al microfono di una radio nazionale, ma il problema, per lui e per le possibili vittime, rimane immutato. Sono testimonianze da tenere ben presente. C’è un po’ dovunque, una riaffermazione dell’ignoranza come verità e un recupero dell’odio che monta verso chi percepiamo come diverso. Può assumere- o forse ha già assunto, come ho raccontato altrove- i segni della ferocia.
Grazie per aver letto fin qui
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